Calandomi nei panni del management di un’azienda che si affaccia timidamente verso l’Enterprise 2.0, la domanda essenziale che mi porrei è quali sono i benefici di business che dovrebbero spingermi all’adozione di blog, wikis e strumenti di collaboration?
Sembra una domanda scontata, ma storicamente pochi sembrano porsela prima di sviluppare un servizio, prima di acquistare un pacchetto software, prima di lanciare un redesign del sito istituzionale. In questi casi, il risultato ineluttabile è uno spreco di tempo, risorse ed energie positive che potrebbero essere meglio focalizzate.
Anche nella mia esperienza diretta la fase di contextual inquiry, di analisi dal vivo delle modalità di organizzazione del lavoro, dei flussi informativi, dei task che possono essere automatizzati o semplificati rappresenta forse l’attività più delicata nell’introduzione di approcci innovativi.
Quali sono dunque gli adoption drivers per l’utilizzo del web 2.0 in azienda?
Il solito Forrester si è posto il quesito, o meglio l’ha posto a Dicembre 2006 a 119 CIOs proviente da aziende di almeno 500 dipendenti in un’indagine online centrata su 6 tecnologie: blog, wiki, podcast, feed RSS, social networking e tagging.
Il report è scritto da Oliver Young e si intitola Efficiency Gains And Competitive Pressures Drive Enterprise Web 2.0 Adoption.
106 di queste 500 aziende stanno provando almeno uno degli strumenti citati ed alla domanda sul perchè adottare le tecnologie del web 2.0 i primi due motivi forniti sono stati il guadagno di efficienza (74%) e la spinta competitiva (64%). Il primo obiettivo è dunque raggiungere una circolazione ed una gestione più efficiente di informazione e conoscenza utilizzando innanzitutto wiki (82%) e rss (81%). Il secondo è continuare ad innovare, questione sentita ancora di più nelle grandi aziende (74% contro 46%).
Sarebbe però ingenuo attendersi che tutti siano pronti all’Enterprise 2.0. Molte aziende non ne hanno sentito parlare o non percepiscono un valore associato al fenomeno. Anche secondo lo studio di Forrester, i motivi maggiori di resistenza sono la mancanza di un bisogno netto (specialmente nel caso di blog e social networking che possono essere percepiti come una distrazione, quasi una perdita di tempo in azienda) e l’esistenza di problemi più urgenti da affrontare.
Alla luce di queste indicazioni è evidente come l’evangelizzazione vada considerata parte integrante del nostro ruolo di consulenti.
Di seguito l’executive summary:
Web 2.0 technologies are hitting the mainstream both in consumer and business contexts. Firms using Web 2.0 technologies are driven by gains in worker efficiency and a fear of competitive pressures. For non-adopters, a perceived lack of business value and priority impedes adoption; however, almost all of the CIOs that we surveyed recognized Web 2.0 as more than a passing fad. To capitalize on this burgeoning opportunity within firms, tech marketers will need to work hard to prove business value and should emphasize to prospects how clients are benefiting from Web 2.0 adoption in similar industries.