Enterprise 2.0: 4,6 miliardi di dollari da conquistare

Sono felice di constatare una certa consistenza nelle informazioni che vado postando da mesi su questo blog. Qualche tempo fa avevo ripreso lo studio di Radicati Group sottolineando come l’Enterprise 2.0 fosse uscita dallo stato embrionale per puntare a dimensioni di rilievo (3 B$ nel 2011) con una crescita anno su anno vicina al 40%.

Queste stime per i prossimi 5 anni sono ora confermate da Forrester che per il 2013 avanza addirittura una previsione intorno ai 4,6 B$ con la parte del leone recitata da social networking, mashups e feed rss per una crescita annua superiore al 43%! Come vedremo, il report aggiunge però un nuovo segnale al mondo del web 2.0 all’interno delle aziende, suggerendone una graduale commoditizzazione, abbassamento dei prezzi ed infine l’inesorabile scomparsa all’interno delle suite enterprise tradizionali. Per non rovinare la lettura, riporterò le mie osservazioni in un prossimo post.

Andiamo per gradi.

Da tempo l’hype iniziale celato dietro al termine web 2.0 si è tramutato in progetti reali nel mondo business, con storie di successo, lezioni, previsioni, strumenti e riflessioni rischi /benifici. Il numero di case studies che ho raccolto ha superato ampiamente la soglia di 100.

Anche le aziende finora rimaste a guardare, stanno correndo per mettersi in pari ed il 56% di loro (in America, ma questa volta anche in Europa) considera l’Enterprise 2.0 qualcosa di strategicamente prioritario o comunque da mettere in campo nel 2008:

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Come è possibile vedere (ed in modo a mio avviso prevedibile), l’interesse per il 2008 è in genere più alto dove esiste un gran numero di dipendenti. La distribuzione geografica, un rapporto diversificato e ricco con i clienti, i dipartimenti di ricerca e sviluppo, le esigenze della formazione e della comunicazione interna su una work force complessa e numerosa offrono terreno fertile per l’avvio di iniziative Enterprise 2.0. Con ciò non voglio dire che le SMB siano da escludere. Al contrario la team collaboration, il document sharing ed il social tagging funzionano molto bene anche in queste realtà. Il libro Wikipatterns di Stewart Mader contiene alcuni casi interessanti su aziende di piccole medie dimensioni.

La domanda che mi sento fare più spesso dai vendors è “Bene, ma chi paga l’introduzione dell’Enterprise 2.0 in azienda?” o, detta in altri termini, “A chi devo andare a vendere la mia soluzione Enterprise 2.0?”.

La risposta non è scontata ed anzi pone interrogativi in qualche modo inediti nelle aziende. Secondo Forrester (ma è esattamente quanto vediamo noi qui in Italia), l’interesse più forte verso l’Enterprise 2.0 non viene dall’IT ma dalle linee di business come marketing, R&D, corporate communication, formazione, risorse umane (se presi complessivamente). Purtroppo i referenti di business di norma non posseggono l’autorità e le competenze per introdurre nuove tecnologie, mentre l’IT è preoccupata da investimenti critici e budget ridotti, in grado a malapena di mantenere l’esistente (il 70% del denaro viene speso così).

Esistono poi altre sfide:

  • Il Web 2.0 ci ha abituato a servizi gratuiti. Certo le suite enterprise sono altra cosa rispetto a quanto troviamo come consumatori in rete (integrazione con LDAP e search, integrazione con i sistemi legacy, scalabilità, supporto, etc). Tuttavia il free che troviamo all’esterno tira verso il basso il costo delle soluzioni che è possibile proporre all’interno. Se il prodotto costa troppo, è spesso possibile risolvere il problema adeguandosi (con forti rischi) a quanto esiste fuori.
  • L’Enterprise 2.0 prima o poi deve fare i conti con le applicazioni esistenti in azienda. Nel bene e nel male, l’Enterprise 2.0 propone soluzioni a problemi in parte già presenti e, in molti casi, si sovrappone o si deve interfacciare con i sistemi in uso da anni o decenni ( ECMS, CRM, ERP, Portali, etc).

Queste considerazioni ci aiutano a capire in quali tasche potrebbero finire i miliardi di dollari di cui abbiamo parlato all’inizio. Già perchè questi soldi non saranno distribuiti uniformemente tra prodotti, paesi e implementazioni diverse:

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Il social networking è e rimarrà la tecnologia più appetibile ed in rapida crescita (258 M$ nel 2008 – 1,997B$ nel 2013). Seguono feed rss, blog, wiki e mashup. Interessante notare come i wiki finiranno per sorpassare i blog nel 2011, mentre i mashup nel 2012 sembrano soppiantare tuttedue le categorie.

Diverse dinamiche anche tra la spesa all’interno dell’azienda ed all’esterno, verso clienti, fornitori e partner:

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Se oggi gli investimenti interni sono più consistenti, la crescita più veloce è attesa su quelli esterni con un sorpasso già nel 2009. La differenza è dovuta all’open-source ed all’utilizzo di piattaforme come SharePoint e Lotus Notes che includono sempre più funzionalità Enterprise 2.0.

Anche la geografia marca differenze:

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Quest’anno il 62% degli investimenti si concentra in Nord America, ma Europa ed Asia diventeranno aree più mature già dal 2009. L’Europa è portata a progetti interni data la bassa predisposizione dei consumer alle tecnologie del web 2.0, mentre l’Asia sarà fortemente focalizzata verso l’esterno poichè le nazioni orientali figurano tra i più aggressivi ed attivi utilizzatori del nuovo web (l’India è un’eccezione).

Cosa ci si aspetta per i prossimi anni? Seguitemi vedremo nel prossimo post .

(Le immagini sono prese da Marketing Charts via Alessio Jacona)

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