Ebbene si, finalmente è di pubblico dominio: il 25 Giugno, l’Enterprise 2.0 sbarca in Italia all’International Forum on Enterprise 2.0.
Da tempo in Open Knowledge si pensava di organizzare un grande evento completamente dedicato ai temi di cui quotidianamente ci occupiamo, per aumentare la consapevolezza e la conoscenza da parte del mercato italiano sui casi di successo, i benifici, gli strumenti, le metodologie di applicazione. Perchè allora non provare a fare qualcosa che non solamente fosse interessante per l’Italia, ma che riuscisse anche a fornire un quadro internazionale ponendo le basi per relazioni tra il nostro paese, l’Europa ed il resto del mondo?
Su queste premesse ambiziose nasce l’International Forum on Enterprise 2.0, un evento completamente gratuito, realizzato in partnership con il Dicom dell’Università dell’Insubria ed aperto al management delle aziende europee. Sotto questo cappello, il 25 Giugno arriveranno in Italia alcuni dei maggiori esperti mondiali, persone di cui ho scritto spesso come Thomas Vander Wal (da cui nasce il termine “folksonomy”), Luis Suarez (evangelizzatore sul social computing di IBM), Stewart Mader (evangelizzatore sugli enterprise wiki di Atlassian) ed amici più recenti tra cui Laurence Lock Lee (guru internazionale sulla social network analysis), Alexander M Orlando (manager di InnoCentive), Ran Shribman (direttore marketing di Worklight), insieme a casi di successo italiani, approfondimenti sugli impatti di business e sull’organizzazione, riflessioni sulle modalità di introduzione, coltivazione, governance.
Perchè fare un evento sull’Enterprise 2.0? L’interesse su questa dimensione informale, collaborativa, partecipata ed aperta dell’azienda continua a salire (basta guardare la partecipazione all’Osservatorio Enterprise 2.0 del MIP Politecnico di Milano) con un numero sempre più grande di aziende che iniziano a interrogarsi sulle ragioni per cui lanciare dei pilot, gli strumenti e le competenze necessarie a metterli in campo con successo, gli impatti sulla cultura, sul management e sull’infrastruttura. Questi problemi non possono e non devono essere ridotti ad una questione puramente tecnologica. L’Enterprise 2.0 è fatto di persone, di passione, di interessi condivisi, di voglia di innovare e capitalizzare, questa volta sul serio, il più grande valore che qualsiasi azienda possa possedere, ovvero gli individui che la compongono.
Inquadrando la questione da un punto di vista organizzativo, metodologico, culturale e non solo informatico, i benefici possibili sono enormi, solo in parte già esplorati e sicuramente di lunga durata. Citando dalla homepage del sito della conferenza:
L’Enterprise 2.0 si è imposta a livello internazionale come cambiamento radicale nel modo di operare delle organizzazioni per migliorare le performance, ridurre i costi, diffondere l’apprendimento, sostenere l’innovazione, costruire appartenenza e motivazione.
Modelli collaborativi, informali, approcci emergenti – wiki, blog, social network, tagging, prediction market – stanno liberando intelligenza e passione in organizzazioni di tutto il mondo generando nuovi ed inattesi vantaggi competitivi. Un’innovazione che rompe paradigmi e apre percorsi di lavoro: dalle modalità top down a quelle distribuite, dai modelli chiusi a quelli aperti e interconnessi, dal controllo all’agilità, dalla gerarchia all’organizzazione a stella.
Dal canto nostro vogliamo affrontare questa sfida in modo inclusivo, aperto, conversazionale tirando dentro non solo gli esperti, ma anche e specialmente coloro che dentro l’azienda sentono bisogni concreti ed immediati di riduzione dei costi, creazione di nuovi prodotti, condivisione di conoscenza, creazione di nuove opportunità di business che seguano i modelli tipici del web 2.0.
Come ho detto più volte, L’Enterprise 2.0 non è un pezzo di codice, non si compra e non si implementa. E’ un modo diverso di concepire, vivere e realizzare l’azienda che parte necessariamente da una visione dirompente del lavoro e dei mercati. Approcciare con curiosità questi fenomeni ora significa avvicinarsi ad un business da circa 5 miliardi di dollari, ma specialmente ad una concezione più umana e democratica di organizzazione.
La conferenza sarà in buona parte in lingua inglese, ma avremo traduzioni in tempo reale (sia dall’inglese all’italiano che dall’italiano all’inglese). Per partecipare, non vi resta che cliccare sul pulsante di registrazione 🙂