Enterprise 2.0 Boston – Giorno 1

Inizia l’attesissima Enterprise 2.0 Boston in una plenaria piuttosto piena. Devo dire che è fantastico essere qui ed è ancora più emozionante vedere come anche l’Enterprise 2.0 sia velocemente (sono due anni circa che parliamo di questo tema) diventata una comunità unita, internazionale e molto variegata.

Ancora più internazionale è la connessione wifi che non va. I miei appunti saranno quindi riportati in ritardo ed in modo graduale. Partiamo quindi!


Robert B.Carter (Fedex)

Il primo intervento è di Robert B. Carter (Fedex) che parla della Network Revolution dalla distribuzione, all’elettricità, alle telecomunicazioni ed infine Internet prima come un’estensione delle possibilità di comunicazione (1969-199 fino alle 1,319K persone connesse oggi. Tutte queste reti continuano ad esistere, evolversi e sovrapporsi (viable networks only expands).

Fedex fa partire un aereo ogni 40 sec. circa, ma le connessioni digitali agiscono negli stessi momenti in cui operano quelle fisiche (22o+ countries, 290K+ employees, 7.5M shipments daily, 671 aircrafts, 1.5M connected customers, 15M visitors on the site, 3M pachkage tracking requests). I network si espandono anche migrando e diventando servizi esposti all’esterno dell’azienda: Fedex QuickShip (app. dentro Outlook), Fedex Kinko’s (print online), Fedex Mobile, applicazioni in Adobe Air fuori dal browser per il tracking con segnalazioni direttamente da parte del servizio. Anche all’interno Fedex ha lanciato 15 wiki, 80 blog e sono state lanciate altre applicazioni esterne come Facebook “Launch a Package”, eBay ShipRush (sviluppato da una terza parte). C’è quindi un’esplosione di community, contenuto molto fuori dai confini dell’organizzazione con buona parte delle transazioni che si spostano dal telefono al web, “Enterprise 2.0 is disassembling the enterprise walls”. Questo cambiamento viene guidato dai clienti: “Technology will change your customers. Customers will change your business”.


Dob Burke e Sean Dennehy (Intellipedia, CIA)

Il progetto Intellipedia parte da un paper di Calvin Andrus del 2004 “The wiki and the blog: toward a complex adaptive intelligence community”. Spesso si dice “Wikipedia doesn’t work in theory, it works in practice” ed in effetti Intellipedia parte da qualcosa di simile a Wikipedia ed è basata su Wikimedia. Lo strumento si rivolge a tutte le community dell’Intelligence ed è composto da tre network chiusi in base al livello di riservatezza dei documenti (Top Secret, Secret, Sensitive but unclassified). Nell’ultimo caso, chiunque abbia l’accesso può leggere ma solo certi utenti possono contribuire. Nel tempo Intellipedia è diventato un cappello per una lunga lista di tool: Intellipedia (per l’aggregazione di contenuti), i blogs (per comunicazione), tag|connect (delicious like), inteldocs (doc management), gallery, iVideo, intelink instant messaging, rss seguendo sostanzialmente gli SLATES di McAfee. I tool forniti sono agnostici rispetto al dipartimento ed alla community e come in un’azienda, ogni contributo è associato ad una persona. Intellipedia non è quindi solo un’enciclopedia, ma un luogo per comunicare, collaborare e conoscere altre parti dell’organizzazione. Questo è particolarmente importante perchè la CIA non ha a che fare con i fatti, ma con casi da risolvere e nonostante siano ancora in una fase di early adopting, l’obiettivo è fare in modo che chiunque possa contribuire con la propria conoscenza, non producendo un punto di vista neutro, ma con punti di vista attribuibili ad alcune persone. L’adozione costituisce più un problema culturale che tecnologico e per questo hanno preparato i 3 core principles del social software nell’enterprise:

  • Work at broadest audience possible
  • Think topically, not organizationally
  • Replace existing business processes

Il primo punto è creare dei link, condividere piuttosto che bloccare l’informazione dentro un disco o una casella di posta, con vere e proprio briciole di pane verso l’informazione. Il secondo punto è molto complicato: ognuno vuole credito per i suoi contribuiti con una straordinaria duplicazione, ma l’obiettivo è la conoscenza non il contributo. Il terzo significa non trovare anche il tempo di contribuire, ma lavorare contribuendo, catturando direttamente la conoscenza nella piattaforma: invece di mandare una mail a 15 persone è meglio scrivere una pagina in un wiki o bloggarlo ed inviare il link in modo che il documento rimanga visibile e commentabile per mesi. Si incoraggiano persone a spostare i contributi dai canali alle piattaforme. Non si tratta di fare più lavoro, ma di lavorare più efficacemente. E come gestire le generazioni più avanti con gli anni? Il contributore più forte ha 69 anni, per trasferire la propria conoscenza nel sistema. La partenza è stata con pilot su un glossario molto semplice che ha permesso alle persone di provare ed imparare e partendo da se stessi, per esempio smettendo di utilizzare Power Point per dare esempio. Condividere significa raccogliere l’aiuto della comunità.

Altri contributi sul giorno 1 saranno pubblicati in seguito..

You may also like...