Nella giornata di ieri abbiamo avuto il primo assaggio dell’Enterprise 2.0 Conference di quest’anno con una giornata di workshop che ho coperto tramite twitter. Tornerò sui temi più importanti con un post dedicato.
Partiamo invece con il primo speech della giornata di oggi:
my.barackobama.com: The Secrets of Obama’s New Media Juggernaut (Jascha Franklin-Hodge)
Alcuni numeri impressionanti dalla campagnia di Obama:
- 1B emails to 13M addresses
- 770 M$ raised
- 1M SMS subscribers
- 200K offline events
- 35K local volunteer groups
- 14.5M YouTube hours
Linee guida che sono state usate:
- Drive Action: devi coinvolgere le persone e farle agire. Qui il canale principale è stata la mail. Mostra un messaggio dalla campagnia di McCain con una pagina piena di testo. Questo non funziona. Nel sito della campagna hanno tentato di minimizzare le barriere di azione, di partecipazione per fare qualcosa di utile per la campagna. Hanno lanciato inoltre un social network mirato proprio a scatenare l’azione necessaria a vincere le elezioni. Il focus è stato quindi su quanto tu hai fatto per la campagna, quante persone hai coinvolto, quanti soldi sei riuscito ad attrrarre. Comprendi le differenze tra i diversi media: l’azione deve essere diversa attraverso diversi device e canali (es. Iphone)
- Be Authentic: niente press release perchè non sono personali, non ci metti la faccia. Le persone devono avere una faccia ancora di più in una campagna politica, perchè permette di creare una connessione. Meglio usare dei video in cui gli individui portano la loro esperienza, passione, punto di vista.
- Create Ownership: trasforma gli utenti in rappresentanti addirittura nel convincere gli altri nel donare dei soldi. Questo lavoro può essere reso più efficace identificando in fretta gli esperti e supportandoli, diffondendo un senso di appartenenza. Raccogli UGC che metto in evidenza i contributi ed invita altre persone a votarli, discutere, facendo vedere che fine fanno le idee che vengono promosse. Connetti le persone ad altre persone.
- Be Relevant: i social media sono veloci e vanno sfruttati in modo tempestivo. Il miglior fund raiser per Obama? Sarah Palin.. la reazione delle persone ad un candidato di cui non apprezzano le idee è un’occasione unica per agire.
- Build a strong open brand: centralizzare tutto il branding, la comunicazione per essere consistente e professionale. Dovunque vedi il logo, devi ricollegarlo alla stessa identità (anche su un aereo!). Aprire il brand significa invece mettere in condizione le persone di usare il logo (hanno preso il file del logo e l’hanno reso disponibile a tutti) dovunque! C’è chi ha dipinto un palazzo, le ruote illuminate di una bicicletta che ha attraversato lo stato. C’è chi ha creato un’icona artitistica, è stato ispirato da Obama ed ha creato un’opera. Puoi addirittura tirare dentro gli artisti e chiedere la loro interpretazione.
- Measure Everything: usa le metriche per raffinare in tempo reale i risultati.
From Web 2.0 to Enterprise 2.0 (Matthew Fraser)
Matthew è coautore di Throwing Sheep in the Boardroom: How Online Social Networking Will Transform Your Life, Work and World e Senior Research Fellow, INSEAD Business School, France.
Matthew parte con la storia dei Social Media (adhocracy, prosumer con Toffler 1970-80, information sharing con Zuboff 1988, new organization con Drucker 1990). Quando parliamo di Enterprise 2.0, i concetti sono nati molto tempo fa. Nel 1999 arriva il Cluetrain Manifesto, appena prima dell’esplosione della bolla. Dopo la bolla, un nuovo interesse per il web è nato nel 2004 con la nascita del termine Web 2.0.
Per diversi anni le organizzazioni non hanno aderito all’uso ed alla visione del Web 2.0 a causa della paura: la loro organizzazione verticale, chiusa, per silos non si sposava bene con l’approccio orizzontale ed aperto dei social media. Il web 2.0 è stato visto come una perdita di tempo per i dipendenti, un rischio di sicurezza, qualcosa di difficile da associare a dei chiari ritorni per l’azienda, i manager poco disponibili ad associare un valore a qualcosa che non possono gestire. Tom Davenport scriveva su Hardvard Business Review “Why Enterprise 2.0 Won’t Transform Organizations” sostenendo che si trattava solo di cose divertenti, ma che non potevano funzionare in una struttura basata sul potere come quella delle organizzazioni.
Il Web 2.0 però è diventata una social revolution (Myspace, Facebook, YouTube, Bebo, Linkedin), un tipping point. Il web 2.0 ha assolutamente cambiato il modo in cui abbiamo interazioni. I numeri sono enormi, con Facebook a 300M e Linkedin 35M con una crescita immensa grazie alla crisi con tanti professionisti in cerca di lavoro. Ora con Obama, il Web 2.0 è diventato anche una rivoluzione politica.
E le organizzazioni? Ci sono tre concetti per capire alcune delle dinamiche di resistenza delle organizzioni (coperti nel libro): Identity, Status, Power. Questi concetti hanno un senso completamente diverso dentro l’azienda e fuori. I settori più trasformati: Mass marketing, mass media, mass production. Il cambiamento può essere letto con l’acronimo BELL (Branding, Engaging, Learning, Leading).
Le organizzazioni sono spaventate perchè si tratta di un cambiamento profondo, ma che in ogni caso si sta realizzando spinto anche dal cambiamento generazionale. Guarda la slide sui punti sollevati da Gary Hamel a riguardo dell’Enterprise 2.0. Come sempre si tratta di valori, non tecnologia. Si tratta di interazione tra le persone nell’organizzazione, nuovi valori di autonomia, partecipazione, collaborazione che sfidano le gerarchie verticali.
Open Enterprise 2009 (Oliver Marks e Stowe Boyd)
Oliver e Stowe hanno condotto uno studio rivoluzionario sull’Enterprise 2.0, partendo dalle persone che la stanno facendo (tramite interviste già online) e gli utenti che poi devono utilizzare gli strumenti.
Cosa sta veramente succedendo con l’Enterprise 2.0 andando aldilà della teoria? Oliver cita alcune frasi prese dalle interviste, ma la connessione purtroppo è morta..
I finalisti sono stati Sun, Booz Allen, Intel e Cisco. Quindi alcuni nuovi casi a cui dare un’occhiata. Booz Allen è dichiarata vincitrice del contest di innovazione ed è ora sul palco Walthon Smith (la sala non è per niente piena) con una breve presentazione di Hello che sarà ripresa estensivamente giovedì. Il tool è stato sviluppato insieme alle persone. Si vedono la home, i profili, la possibilità di connettersi con altri utenti, rss feeds, ricerca. Tutto sembra basato su widget, un pò stile Facebook. Updates ogni 2 settimane con sviluppo agile. Hanno già 252? community e chiunque può chiedere l’apertura di altre community, che viene moderata solo per evitare di disperdere le persone in nuovi silos. L’adozione è stata incredibile con più del 40% che hanno già adottato lo strumento. Hanno combinato un numero di tools open source come Scuttle e profili in php + Confluence per i wiki. Ranking del contenuto è una delle feature che saranno aggiunte per aumentare l’emergenza. Per la gestione di documenti usano Sharepoint, ma per elicitare la conoscenza tacita, trovare gli esperti usano Hello. Ogni funzionalità viene condivisa e rivista dagli utenti. Hanno una chiara sponsorship dall’alto ed hanno lavorato con la Corporate IT per avere l’integrazione con l’infrastruttura aziendale. La pubblicazione delle informazioni è totalmente volontaria e tutto è stato condiviso con il dipartimento legale per mitigare i rischi.
Enterprise 2.0 Reality Check – What’s Working, What’s Not, What’s Next
Matthew Fraser modera Ross Mayfield (President Socialtext), Neil Callahan (Executive Vice President, mktg), Nate Nash (Senior Manager, BearingPoint), Christian Finn (Director of SharePoint Product Management, Microsoft)
- Come siamo messi con la diffusione dell’E2.0 oggi?
- Neil Callahan: Hanno usato Socialtext per due anni con due use case sul marketing e sales
- MSFT vede l’E2.0 come un’evoluzione non una rivoluzione, non un cambiamento totale. Cita il caso di Accenture, dove però per la mia esperienza i tool sono presenti e quasi nessuno li utilizza.. ed è proprio qui la rivoluzione imho!
- Ross: legare l’E2.0 ai processi con use cases in the flow e non above the flow. Forse è un’evoluzione, ma la differenza è forte. La velocità è impressionante, pensiamo solo al microblogging che non esisteva qualche anno fa. People stanno cambiando il modo di comunicare ed è difficile prevedere i casi d’uso. Non è certamente guidato dall’IT, ma da quello che succede sul web. L’anno prossimo ci sarà qualcosa che non sappiamo prevedere
- Nate Nash: non è d’accordo che questa non sia una revoluzione. Anche se l’adozione deve ancora crescere e le persone devono ancora capire come utilizzare i nuovi strumenti.
- Come misurare il ROI?
- Neil Callahan: IT ha il ruolo di far funzionare i tool, ma non sta a loro capire applicare e creare casi sull’E2.0. E’ il business che deve prendere le decisioni e capire il ritorno. Il problema dell’ROI si sta spostando e dobbiamo concentrarci sul business (ma non sulle applicazioni software, sulle applicazioni fatte dagli esseri umani IMHO).
- MSFT: puoi guardare a ROI sui processi, progetto per progetto. Ma pensiamo alla mail, che mostra come quando la tecnologia diventa fondamentale non puoi più evitarla. Parla di fede sul ritorno in futuro!! Il ritorno sul taglio dei costi di IT è evidente (ma per me molto poco interessante dato che consiste veramente la parte minimale dell’impatto dell’E2.0). Il social computing deve far parte dell’infrastruttura. No, no, no!! Non basta dare degli strumenti per produrre qualche effetto, se non portare soldi al vendor.
- Stowe Boyd: lo stesso ragionamento è stato fatto per la mail e dopo l’adozione non sono andati a misurare i ritorni, ma si sono accorti di essere cambiati profondamento. Lo stesso probabilmente è successo per il telefono. Oggi fa ridere. “Le rivoluzioni appaiono scontate dopo essere avvenute ed impossibili prima”. Le metriche in questo contesto sono poco utili.
- Ross: i casi importanti sono esattamente quelli che fanno evolvere il tuo business perchè l’ambiente sta cambiando. Il valore è il change management. In questi casi sta la chiave del ROI. Sharepoint non ha supporto per l’infrastruttura E2.0 fino all’arrivo di Sharepoint 2012! Si può continuare a parlare di quello che sarà costruito e non quello che esiste oggi?
Lessons Learned From Internal Communities (Joan DiMico, Peter Kim, Jamie Pappas, Patricia Romeo)
Innanzitutto per la prima volta trovo 3 donne sul palco a parlare di esperienze sulle community. Un ottimo segnale che sarebbe bello ritrovare anche in altri contesti.
Peter Kim (moderatore) è Senior Partner a Dachis Corporation, focalizzata su enterprise social software e services e nata nel 2008. Hanno lanciato un approccio chiamato Social Business Design (Ecosystem, Hivemind, Dynamic Signal, Meta Filter per tirare fuori Leveraged Outcomes e Emergent Outcomes da riguardare con calma). Social business design è change management tramite cui migliorare il business facendo leva sul social software.
Joan DiMicco è Senior Research in IBM e parlerà di Beehive, un progetto di ricerca nato due anni fa per capire il futuro del social software trasferendo alcuni risultati a Lotus Connections. Il goal è capire le motivazioni degli impiegati quando utilizzano questo tipo di tool. Ha coinvolto 70K dipendenti aiutando a chiarire il funzionamento di status messages, photo sharing, top-5 list sharing, possibilità di commentare qualsiasi cosa, email digest di tutta l’attività di rete, possibilità di porre domande in modo aperto. Alcune delle features saranno integrate in Connections.
Jamie Pappas è Social Media Strategis in EMC. Guida EMC|ONE un progetto nato per indagare le opportunità disponibili tramite l’uso dei social media nel dare una voce ai dipendenti, indebolire gli information silos, collegare persone con persone e risorse, avere più sensibilità con l’E20 attraverso una forza di lavoro globale partendo dall’interno. Usano Jive Software Clearspace.
Patricia Romeo, Deloitte e gestisce D Street un progetto per creare una forza lavora più vicina alla Gen Y, per catturare il capitale intellettuale, collegare persone attraverso le funzioni aziendali, abilitare la collaborazione su idee e progetti, costruire communità di pratica, conoscere di più sugli altri dipendenti, dare più visibilità alle persone tramita una pagina di personal branding. D Street è costruito su MOSS 2007 customizzato per essere più user friendly e vicino all’esperienza utente di Facebook: hanno migliorato i profili, il blogging, la ricerca, creato un guestbook simile al wall di Facebook. Oggi D Street ha 20K profili, 1.5K blog, 38K foto e 5K cv.
D: Chi ha sponsorizzato le iniziative? Deloitte: HR dopo aver creato il business case, EMC ha avuto l’aiuto dell’E-Business e del Marketing
D: Quale dipartimento ha avuto un’adozione più forte: IBM non ha visto una forte dipendenza generazionale nell’adozione
D: Qualcuno ha Facebook e Myspace bloccati? No
D: Ci sono punti di fallimento in cui le persone stato smettendo di usare il tool? Deloitte: il punto è capire quanto gli utenti vogliono essere attivi. Nessuno sta però misurando il drop-off
D: State considerando la voce degli utenti per capire quale nuove feature mettere a disposizione? IBM si pone come obiettivo quello di mantere la community attiva e quindi ascoltare gli utenti fa parte del lavoro (Joan è però nella ricerca e non sul prodotto)
D: Come gestisci il rischio del memorizzare informazioni sensibili sui clienti? Deloitte utilizza un team di moderazione all’interno. All’esterno hanno programmi di monitoring connessi al legal department per evitare di condividere informazioni protette da copyright
D: Quante persone servono per moderare e gestire queste community? Deloitte: una persona sola per la moderazione e due persone per rivedere il contenuto, ma la maggior parte del contenuto non ha generato problemi. Questo non è un grosso problema interno. IBM non fa moderazione formale, ma ci sono 4 persone che gestiscono il progetto. EMC ha due persone.
D: Molte community vedono una partecipazione piuttosto bassa. Che tipo di marketing effort c’è per guidare l’adozione e viene fatto su gruppi particolari per raggiungere la massa critica? EMC hanno fatto un soft launch e dopo WOM senza mirare a gruppi specifici, ma cercando di raggiungere dietro le quinte le persone giuste con messaggi diversi che facciano capire il valore. Deloitte non è stato marketing, ma semplice communication sottolineando come tutto venga poi collegato al profilo garantendo più visibilità per i dipendenti.
D: Come misurare e come utilizzare le metriche per stabilire dei collegamente tra community e business? EMC controlla stats (contenuti, registrazioni, etc), ma la cosa più indicativa è stata quando il sistema è andato giù. Le persone stanno usando questo strumento per fare il lavoro e sono impazienti quando il servizio è giù. IBM hanno iniziato a studiare l’andamento della community, ma anche i case studies raccontano la storia. Fanno quindi interviste ed analisi di dettaglio per capire cosa succede e come le persone usano gli strumenti. Deloitte utilizza testimonials, storie di successo su cosa hanno trovato le persone nel proprio profilo.
D: State usando tecniche come la SNA? IBM usa la SNA per capire come le diverse country lavorano insieme, ma anche in modo quantitativo il ROC (Return on Contribution), cioè quante azioni vengono scaturite da ogni contributo (commenti, download, etc)
D: Avete localizzato i siti in diverse lingue? Deloitte, solo inglese ed indiano. EMC gestisce un sacco di lingue e permette ad ogni persona di partecipare nella propria lingua (supporto out-the-box con Clearspace).
D: Cosa è previsto per il futuro? Rimpiazzerà la Intranet? EMC pensa di migrare più contenuto in One e sta lavorando anche sulla Extranet. Alla fine forse ci sarà un unico sito con diversi livelli di accesso. Deloitte l’intero Portal migrerà su DStreet e sarà composto da contenuto generato dagli utenti. IBM una tendenza è misurare sempre di più e l’altra è prendere alcuni aspetti della intranet (profili) e metterle all’esterno
Transition Strategies for E2.0 Adoption (Lee Bryant)
Lee Bryant è co-founder di Headshift.
La recessione è la migliore occasione possibile per adottare l’Enterprise 2.0 perchè molte società non possono più accettare inefficienze nei business processes, per esempio nel settore legale, servizi finanziari. Oggi le società stanno provando a ridurre il più possibile il costo delle risorse umane, ma questo non basta ed impone altri costi. A parte i tagli, dovremmo chiederci com’è l’organizzazione del futuro. Finora le persone sono state considerate come masse, facendo leva sui processi. Oggi il peso può tornare sugli esseri umani.
Le lezione del social media possano essere usate per migliorare il modo in cui facciamo business:
- Il feedback rapido è la chiave dell’evoluzione del business. Questo effetto è stato finora molto evidente sull’esterno, mentre sull’interno abbiamo visto un forte ritardo. L’evoluzione del futuro fa cose intelligenti con tutti i feedback che riceve
- Social network + legami deboli = sistema immunitario dell’azienda
- Network productivity non solo personal productivity. Finora le organizzazioni si sono focalizzate sull’efficienza dell’individuo, oggi dobbiamo focalizzarci su come diventare più efficienti tutti insieme, stabilendo dei goal di gruppo, aziendali.
- Fare di più con quello che l’organizzazione sa già riutilizzando queste informazioni tramite la collective intelligence
Questo è possibile tramite concetti e tool come:
- Condivisione della presenza ed update
- Social search e expertise location
- Social network pensato per la collaboration
L’obiettivo è il miglioramento dei processi e ridurre i costi di coordinamento tramite un approccio più piatto ed aperto, basato su quick win, approcci iterativi ed aggiungendo un layer sociale agli strumenti esistenti. Ma Enterprise 2.0 non è ancora mainstream, se non in alcune società che vendono tecnologie.
Cosa possiamo fare per chi non è un geek o non vende tecnologia. Come li motiviamo? Adozione in un contesto Enterprise 2.0 cosa significa?
Non possiamo solo guardare all’adozione degli strumenti, ma cosa significa per i risultati di business, per la business trasformation e come possiamo fissare questi come obiettivo dei progetti E2.0? Le persone vogliono migliorare la propria vita e noi possiamo coltivare le loro motivazioni personali per fare questo secondo step di adozione. Il punto di partenza possono essere gli use cases, specialmente quelli specifici e capaci di cambiare il modo in cui i dipendenti e l’azienda lavorano. Le metriche che deriviamo non sono generali, ma molto specifici. Dobbiamo puntare in-the-flow collaboration, in cui la conoscenza nasce come effetto collaterale del lavorare insieme in modo più aperto.
Behavioural Transition Strategies ovvero come portare le persone ad adottare gli strumenti senza saperlo? Smettiamola di parlare di strumenti e parliamo invece dei task di cui le persone si occupano:
- Persone che utilizzano tanto la mail possono essere aiutate a passare ai feed rss. Si può partire dal desktop utilizzando Outlook
- La Directory Aziendale è stata aggiornata quando si tratta di un sistema che ha funzionalità di social networking con profili partendo dalle persone di cui si ha veramente bisogno
- Ora puoi editare la intranet invece di parlare di un wiki. Questo introduce gli utenti alla partecipazione, rende la intranet più piatta e consente alle persone di collaborare nello stesso ambiente in cui trovano l’informazione. Le informazioni saranno presto più aggiornate e ad un costo minore
- I vostri suggerimenti: creando spazi per permettere costantentemente ed a chiunque di dare un contributo, votare le idee migliori, ricevere visibilità combinando wiki, blog e social networking senza nominarle
- I tuoi clienti ti vogliono parlare: un social network che connette dipendenti e clienti, in cui l’adozione viene spinta spiegano come i clienti veramente stiano cercando un canale per raggiungere le persone che lavorano in azienda
- Che linee guida dobbiamo adottare? Utilizzare wiki per creare documenti in modo condiviso per esempio linee guida. Le persone si sentono coinvolte e la qualità dell’output è più elevata
- Facci vedere cosa sai fare: generare buzz permettendo alle persone di condividere video quindi senza scrivere testo, ma divertendosi
- Organizza i tuoi documenti ed informazioni: dare il social bookmarking per aiutare gli utenti per sistemare i documenti che usano sistematicamente. Questo genera valore per il gruppo tramite il tagging, migliorando la findability.
Altri spunti:
- Utilizzare competizione per stimolare la partecipazione per esempio con i prediction market
- Mantenere il costo di condivisione il più basso possibile ed il ritorno il più alto possibile
- Diversificare i canali per l’accesso all’informazione, mostrando gli enormi vantaggi personali e lavorativi che si ottengono
- Dopo un pilot non fermarsi perdendo spinta ed energia dei champion per andare avanti
- Lavorare su ogni passo di un processo di business e capire quale può essere il vantaggio nel portare l’attività all’interno di uno spazio sociale. Questo è anche un ottimo modo per costruire un business case con tangibili ed intangibili. Il valore tangibile spesso è ottenuto tramite una cascata di effetti. Bisogna puntare agli effetti di secondo o terzo ordine (vedi diagramma di Dion Hinchcliffe), ma tenere d’occhio il primo. Si può essere le Balanced o le Partnership Scorecards per tracciare e valutare questi scambi.
Open Enterprise 2009 In Depth (Stowe Boyd, Oliver Marks)
L’idea della ricerca è andare in profondità sull’E2.0 e nasce proprio dalla sensazione che non fosse chiaro che cosa stava succedendo in questo ambito. Si tratta di un processo aperto, che continuerà anche in Europa.
E20 non è all’inizio della fine, ma almeno alla fine dell’inizio. Ciò che è stato compreso è che ci sono alcuni temi molto forti che escono consistentemente, come adoption, leadership, culture. Alcuni spunti dai video che sono già stati condivisi
- Charlene Li: Leadership is key. Adoption is not easy at all. This is not something that naturally happens.
- Andy McAfee: E2.0 is usually a bottom-up phenomenon. In my view you need help from the top. E’ importante far intersecare leadership ed adozione dal basso
- Joe Schueller: Current economic downturn pushes riskier behaviours (especially men)
- Euan Semple: The world lot less stable now makes bringing these inside easier
- Luis Suarez: More more businesses today collaborate globally and now people are flocking to these tools. It all started with web 2.0 and people using this for their personal benefit. Why we cannot bring this to the office?. L’adozione avviene quindi tramite la consumerizzazione dell’Enterprise 2.0.
- Jeremiah Owyang: Early part of 2008 people said to Forrester that the highest level of buying interest was for social networking. Dice anche che c’è un alto interesse per rendere sicure queste soluzioni.
- David Allen: Use follows the form as with Twitter that changes my communication. Twitter non è ancora entrato in realtà nell’enterprise, ma se ne sta parlando tantissimo anche qui. Ogni tool abbastanza interessante entrerà nell’organizzazione e sarà utilizzato dalle persone. Questo interesse convince l’organizzazione spesso ad adottare gli strumenti come è successo per Intel
- Rob Howard: Linking the silos with some kind of social glue
- Charlene Li: Tools like internal twitter will get used more because they work better than email
- Doug Solomon e Gentry Underwood: every culture is different you have to consider this
- Laurie Buczek: like with km discussion, organizations seem to see e2.0 a way to become knowledge and learning centered
- Andrew McAfee: JP Rangaswami is an advocate of social media and open emai. Openness is something that people has social bias against
- Charlene Li: One of the not obvious messages from resistance to openness is power issues or lack of faith that openness will work
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