Perché coinvolgere le persone nel futuro dell’azienda?

Nel mio intervento a Parma (qui il video con partenza intorno all’orario 2:00) all’interno dell’evento Enterprise 2.0 & Social Media, ho cercato di portare alcune riflessioni sul ruolo dell’Enterprise 2.0 che rilancio qui a beneficio di chi non è potuto essere presente.

Aldilà di ragioni etiche e di attenzione verso l’individuo, esistono motivazioni economiche molto forti che non dovrebbero essere ignorate da chi lavora sulle persone in azienda. A Parma mi sono rifatto a vario titolo a tre  studi:

Engagement Gap. La Global Work Survey di New Towers Perrin fa luce su quanto avere e mantenere dipendenti motivati abbia impatto sui risultati economici dell’azienda:

  • Solo il 21% dei dipendenti si sente completamente ingaggiato (11% in Italia) contro un 78% che in qualche misura si risparmia non mettendo tutta la passione, la conoscenza e l’iniziativa di cui dispone nel proprio ruolo
  • Questo gap si riflette sui risultati economici dell’impresa giustificando differenze del 51.9% sull’EBIT e del 39% sul ritorno per azione
  • La responsabilità di questa situazione è in larga misura delle aziende, incapaci di mostrarsi interessati alla crescita dei propri dipendenti, di coinvolgerli nel prendere decisioni, di preoccuparsi veramente dei clienti, di garantire percorsi di crescita interessanti, supportare l’innovazione, promuovere un buon clima

L’Efficienza nella Collaboration. In un’economia fondata su conoscenza e creatività, non basta più introdurre tecnologia ed ottimizzare i processi tradizionali. La nuova forma di efficienza da presidiare è quella della collaboration imparando a coinvolgere i knowledge worker come mostra lo studio Using Technology to Improve Workplace Collaboration di McKinsey:

  • I knowledge worker sono oggi quasi il 50% della forza lavoro americana
  • Questi dipendenti sono costosi, dal 55 al 75% più di operai ed addetti alle transazioni
  • Le aziende non sanno ancora come ottenere il massimo dai knowledge worker considerato che il gap di performance tra la migliore e peggiore compagnia in settori knowledge intensive è del 900%
  • Oggi tra il 20% ed il 50% del lavoro collaborativo è improduttivo, inefficiente o totalmente sprecato

The Big Shift. A testa bassa nel raggiungimento dei risultati di crescita del quarter o dell’anno, molte aziende hanno trascurato tendenze più profonde e sostanziali che cambiano lo stesso significato della competizione e  sopravvivenza sul mercato come mostrato dallo Shift Index del Center for Edge Innovation di Deloitte & Touch. Negli Stati Uniti:

  • L’intensità competitiva è più che raddoppiata negli ultimi 40 anni
  • La produttività dei lavoratori è raddoppiata dal 1965 ad oggi
  • Nello stesso periodo nonostante questo il ritorno sugli asset è peggiorato del 75%
  • Il gap di performance tra leader ed inseguitori è aumentato nel tempo, ma anche i leader perdono la propria posizione due volte più velocemente
  • Gli individui con maggiore talento hanno visto costantemente migliorare il proprio stipendio

Se per alcuni l’Enterprise 2.0 è un problema ancora tutto tecnologico, i numeri riportati sopra dovrebbero convincere due diverse figure aziendale almeno ad un parziale ripensamento della propria strategia:

  • Il senior management affinché guardi ai dipendenti non solamente come risorse, ma ancora di più come un capitale da ascoltare, rispettare e coinvolgere nella creazione di valore,  perché proprio su questo terreno potrebbe giocarsi il futuro dell’impresa
  • A chi si occupa di risorse umane affinché l’Enterprise 2.0 rappresenti un’occasione non sprecata per ripensare con più forza il supporto al management nell’attrarre, sviluppare e motivare il talento perché da questa capacità  dipenderà sempre più la spinta innovativa e competitiva dell’azienda

Emanuele Quintarelli

Entrepreneur and Org Emergineer at Cocoon Projects | Associate Partner at Peoplerise | LSP and Holacracy Facilitator

You may also like...