La social enterprise raggiunge la maturità, ma con parecchi distinguo, almeno secondo Gartner che qualche giorno fa ha reso pubbliche alcune previsioni pensate per guidare le strategie delle aziende che hanno deciso di avvicinarsi alla collaboration ed al social software.
La nota research firm stima che:
- Da qui al 2015 l’80% delle iniziative di social business non raggiungeranno i risultati sperati a causa della mancanza di leadership e di un’enfasi esagerata sulla tecnologia
- Entro il 2016 il 50% delle organizzazioni di grandi dimensioni avranno al proprio interno enterprise social network ispirati a Facebook. Un 30% di loro sarà considerato cruciale quanto email e telefono sono oggi
- Nel 2017 la maggioranza delle applicazioni destinate all’utente fonderanno funzionalità di gamification, mobilità e social
Che i progetti di enterprise collaboration si stiano diffondendo a macchia d’olio non è più una novità e non pare affatto esagerato attendersi che già oggi circa la metà delle aziende più grandi sia già partita con progetti, sperimentazioni, pilot. Il vero problema è il livello di utilizzo e la capacità di generare ritorni di business in modo prevedibile e ripetibile che spesso i programmi di adozione non hanno.
Gartner parla di un 30% di progetti in cui l’utilizzo è tale da rendere cruciale l’introduzione di strumenti di collaboration. Forrester qualche tempo fa aveva stimato che solo il 28% dei knowledge worker si era realmente convertito al social e che una percentuale ancora più ridotta (22%) considerava il nuovo paradigma come indispensabile con una maggioranza di casi (64%) in cui il ritorno dell’investimento rimaneva piuttosto limitato. Anche il Social Business Council, gruppo di pionieri in questo ambito, riportava come per meno del 10% degli intervistati più del 50% delle popolazione fosse attiva nelle piattaforme collaborative.
Al contrario le aziende che riescono a collocare il social business all’interno degli ingranaggi strategici ed operativi dell’impresa registrano un 20-25% di aumento della produttività nella ricerca più efficiente di informazioni, nella capacità di risolvere velocemente problemi di business, nel coordinamento ed allineamento di team distribuiti, nella riduzione dei costi interni.
Come spiegare questo enorme gap? Con l’incapacità di vedere ed eseguire i progetti di trasformazione al social business per quello che sono: progetti di cambiamento. Senza un cambio di mentalità, un nuovo passo strategico capace di scaricarsi anche in una nuova operatività sia da parte dei dipendenti che del top management, la collaboration non introduce alcun beneficio.
In realtà dopo tanti anni di esperienze positive ed un pò meno positive sappiamo cosa serva per fare il salto. Le iniziative di successo condividono generalmente i tratti seguenti:
- Obiettivi di business chiari, ben definiti ed ampiamente condivisi (con tutti gli stakeholder coinvolti)
- Una comprensione di come questo obiettivo si traduca in un miglioramento delle modalità di lavoro quotidiane degli utenti e dei loro manager
- Un processo di cambiamento che raggiunga una massa critica di partecipazione
- Integrazione tra collaboration e flusso quotidiani da un punto di vista sia operativo che tecnologico
- Una gestione attenta dell’impatto che il social genera su norme, comportamenti, pratiche ed aspettative di tutti i dipendenti
- Sponsorship e soprattutto partecipazione attiva dal giorno 1 del top management
- Una cultura realmente compatibile con la collaboration (molte aziende credono di essere collaborative, ma scavando è facile trovare estrema competizione, demonizzazione dell’errore, mancanza di trasparenza, individualismo)
- Risorse per lanciare, coltivare, gestire, diffondere il cambiamento organizzativo per un tempo sufficiente da rendere persistenti i nuovi comportamenti
- La partenza da un pilot scelto in modo da essere significativo in termini di impatti, ma non impossibile da lanciare con successo
- Misurano constantemente i risultati ed utilizzando gli indicatori per correggere il tiro
Il punto chiave è: quante aziende dedicano il 70-80% del proprio budget a questi aspetti strategici e progettuali piuttosto che alla tecnologia? A giudicare da un precedente report del 2.0 Adoption Council una sparuta minoranza.
Secondo Insight Consulting solo l’11% delle aziende sta incorporando i social network nella propria strategia. Tolto un 9% di esperimenti fortunati, si arriva in fretta a quel rimanente 80% di progetti per cui il social business non raggiungerà mai i risultati sperati.