Avevo scritto l’anno scorso della nascita dell’Osservatorio Enterprise 2.0 del Politecnico di Milano. In questi mesi l’iniziativa è ovviamente proseguita finalizzandosi in alcuni eventi iniziali (come quello sulla Global Mobility ed Enterprise 2.0 del 30 Gennaio 2008) ed in una community Enterprise 2.0 a cui sono stato invitato a partecipare insieme ad altri esperti ed aziende.
Già dopo un mese, la discussione ha prodotto numerose occasioni di confronto e scambio sulla diffusione degli strumenti, ma anche sulle barriere di adozione, i casi di studio, i rischi ed i potenziali benefici per le aziende.
Da qualche giorno parte della community è stata aperta a tutti, in modo da stimolare ulteriormenti riflessioni e contributi:
A quasi un mese dall’apertura, Enterprise20.it, la community dell’Osservatorio Enterprise 2.0, vuole proseguire nel suo percorso di maturazione con la voglia di crescere insieme ai protagonisti che quotidianamente la frequentano e contribuiscono. La voglia di confrontarci con un numero sempre maggiore di persone e le richieste arrivate in redazione, ci hanno portato alla decisione di renderci visibili al “grande pubblico”. Le aree Blog e Segnalazioni saranno da oggi consultabili da chiunque voglia approfondire le tematiche relative all’Enterprise 2.0.
Benchè un’anteprima ufficiale dei risultati dell’analisi sul fenomeno Enterprise 2.0 in Italia sarà resa pubblica solo Venerdì 1 Febbraio, sono già stati presentati alcuni dati che offrono interessanti spunti di riflessione.
Vediamo innanzitutto la parte di diffusione degli strumenti in termine di conoscenza, interesse prospettico ed utilizzo effettivo su un campione preliminare di 65 imprese e pubbliche amministrazioni:
Come discusso nel post relativo, colpisce la scarsa conoscenza da parte delle aziende di alcuni degli strumenti più diffusi dell’Enterprise 2.0 come tag, social network e feed rss. Guardando il mercato dalla prospettiva opposta, va tuttavia notato come moltissime realtà stiano già utilizzando o programmando l’utilizzo di blog, feed rss, wiki e social network.
Altro fattore rilevante è la rapida crescita di attrattività dell’Enterprise 2.0 rispetto ad un anno fa e rispetto ai tradizionali applicativi presenti dentro l’azienda:
Da strumenti di nicchia, blog, wiki e feed rss stanno divenendo tool emergenti, sui quali cioè si riversa un interesse forte e diffuso da parte delle società che pensano di far evolvere le proprie intranet.
Aldilà dell’interesse, quanto questi strumenti vengono fattivamente utilizzati? Per quanto riguarda la rilevanza viene presentato il grafico seguente:
Di nuovo, feed rss, blog, wiki ed in misura minore il tagging hanno un livello di utilizzo già intenso, laddove presenti. Una loro introduzione maggiormente capillare li renderebbe quindi le killer application delle intranet italiane.
Limitarsi a considerare gli strumenti sarebbe però fuorviante e poco corretto. Una dimensione fondamentale per la diffusione dell’Enterprise 2.0 è di sicuro quella del superamento delle barriere culturali, politiche e motivazionali della forza lavoro e degli stakeholder. Sia il management che i dipendenti hanno bisogno di conoscere e comprendere meglio le potenzialità del nuovo approccio, ricevendo supporto sulle concrete modalità di utilizzo e sulla coltivazione delle community. Queste considerazioni sono in qualche modo testimoniate dal diagramma seguente:
Questo grafico mostra come la tecnologia debba essere affiancata da una fase di analisi, progettazione e supporto alla crescita delle comunità aziendali che richiede competenze ed esperienze specifiche. In altri termini attendere o promettere che gli strumenti possano cambiare da soli il modo di lavorare, comunicare e collaborare di migliaia di persone è poco realistico. E’ necessario piuttosto un piano strategico capace di garantire questi obiettivi e specialmente di allinearli con quelli strategici.
Contrariamente a quanto mostrato sopra, le iniziative Enterprise 2.0 di successo hanno come effetto centrale proprio il cambiamento organizzativo. Tuttavia, data la natura preliminare ed esplorativa dei progetti in atto in Italia, è chiaro che impatti di questo genere non sono ancora avvertibili.
Per chiudere, al contrario di quanto comunemente creduto e nonostante gli ampi margini di miglioramento sulla conoscenza e dimestichezza con gli strumenti, questi sono già fortemente presenti dietro ai firewall delle aziende italiane con un livello di interesse significativo che fa pensare a piani di introduzione sempre più consistenti. Questa introduzione non può essere casuale, ma va pianificata e coltivata tenendo bene a mente le caratteristiche della comunità e gli obiettivi strategici aziendali.