Enterprise 2.0: 4,6 miliardi di dollari da conquistare – 2a parte

Nel post precedente, abbiamo ripercorso le più recenti rilevazioni di Forrester sull’ampiezza e la crescita del mercato mondiale dell’Enterprise 2.0. I dati mostrano forti differenze tra applicazioni all’interno ed all’esterno delle aziende,  variazioni dovute alla geografia e all’industry.

Tracciamo ora alcune previsioni su come evolverà il mercato nei prossimi anni, con considerazioni sui possibili percorsi che saranno seguiti da vendors e clienti.

Nei servizi destinati all’esterno:

  • Il proliferare di suite di social networking che inglobano tutti i servizi principali e finiranno per competere sul pricing e sui modelli di distribuzione
  • Il mercato dei media farà da traino per i prossimi 2-3 anni con un successivo spostamento verso la long tail (deal più piccoli) nel periodo seguente
  • Per vendere estensivamente il web 2.0 nel mondo del marketing servono metriche nuove che comprendano, ma vadano oltre alle page view o alle visite puntando verso una comprensione dell’engagement degli utenti
  • Vedremo un progessivo allargarsi della partecipazione anche a profili meno giovani, con un 2011 di allineamento tra utente del web ed utente del web 2.0

All’interno:

  • Sul lungo termine saranno le suite a vincere diminuendo i margini per i pure players ed i costi di integrazione e manutenzione. Meglio avere a che fare con un unico vendor, in particolare quello che già tiene in piedi parte dell’infrastruttura dell’azienda (IBM, Microsoft, SAP, etc). Questi attori stanno stringendo accordi con i migliori pure players per garantire anche l’esperienza più avanzata possibile ai propri clienti.
  • La conseguenza è che per il 2013 gli attori rimasti in campo saranno pochi e grandi, mentre l’Enteprise 2.0 potrebbe essere uno degli aspetti coperti dalle suite di collaboration e produttività già esistenti (Microsoft Sharepoint, Lotus Connections)
  • La commoditizzazione arriverà inevitabilmente (ma dopo il 2012). SAP, IBM e Microsoft stanno già fornendo il web 2.0 come una feature praticamente gratuita delle loro proposte (e non un selling point). Coloro che vorranno rimanere in piedi dovranno garantire qualcosa di straordinariamente più ricco o molto poco costoso.
  • All’interno delle SMB rimarrà spazio per i pure players e le soluzioni open-source, purchè il tasso di innovazione sarà mantenuto sufficientemente alto. Molte aziende continueranno a vedere nell’open-source lo strumento ideale per i loro pilot. Questo aspetto trascinerà al ribasso il costo di qualsiasi software Enterprise 2.0.
  • L’Enterprise 2.0 rimarrà un’iniziativa a macchia di leopardo con pilot dipartimento per dipartimento ancora per alcuni anni. A partire dal 2011 si tenderà ad andare direttamente all’implementazione enterprise-wide con un conseguenze incremento dei budget.
  • Pensionati e neoassunti saranno una leva per l’adozione. Per impedire ai primi di portare con sè la memoria e le competenze delle aziende queste sarà più pronte ad esplorare gli strumenti del web 2.0. Simili tecnologie saranno utilizzate aggressivamente dai neoassunti.

I mercati più interessanti per i prossimi anni saranno con ogni probabilità quello europeo ed asiatico, con forti differenze in base alle dimensioni, alle industry e all’ambito (interno/esterno) di riferimento. I vendor più attenti stanno già proponendo sia una versione Saas (per la SMB) che una soluzione on-premise (per la grande azienda) con proposition diversificate per i contesti consumer-facing e quelli internal-facing. Nel primo caso ha più senso muoversi per industry, nel secondo caso la lettura più naturale è quella per dimensione del prospect.

Chi vorrà rimanere in piedi (e non ha scritto sul bigliettino da visita Microsoft, IBM o SAP), dovrà puntare sia all’interno che all’esterno, senza dimenticare che ciò che rende l’Enterprise 2.0 veramente unica, è il ruolo che essa attribuisce agli utenti. Un ruolo troppo spesso sottovalutato sia dagli analisti che dai vendors..

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