Non è un problema di età

Credo che a tutti coloro che si occupano di social media ed aziende sia più di una volta capitato di ascoltare una frase simile alla seguente:”Va bene per i ragazzini, ma noi abbiamo persone più avanti con gli anni“, nella perfetta convinzione che il web 2.0 ed ancora più l’enterprise 2.0 siano circoscritti ad un pubblico di millenials e taglino completamente fuori chi ha più di 25-30 anni. Niente di più sbagliato.

Certo età ed una cultura precedente di knowledge management, apertura, condivisione e collaborazione, aiutano l’introduzione e la diffusione, ma avere di fronte una popolazione che si colloca più tra i digital natives che tra i baby boomers non sembra necessario come tanti ritengono, con alcuni casi in cui addirittura sono proprio i colleghi con maggiore seniority a trainare l’adozione.

Come mostra lo studio Enterprise 2.0: Agile, Emergent & Integrated di AIIM, l’importanza che l’Enterprise 2.0 riveste per il business è chiara, seppur con qualche differenza, in tutte le fasce d’età:

Anche se nessun baby boomer considera l’Enterprise 2.0 un imperativo, il numero di coloro che in questa categoria ne reputa l’impatto come significativo è maggiore di quanto accada per i millenials. La Gen X è addirittura la fascia che più si riconosce nelle nuove modalità collaborative e partecipate.

Questa forte somiglianza viene confermata anche andando a vedere le finalità per cui le diverse generazioni stanno o pensano di utilizzare l’Enterprise 2.0:

Tutti sono d’accordo che un aumento della collaborazione sia il primo obiettivo, mentre i millenials scommettono in modo più pronunciato su una comunicazione più veloce ed una riduzione dei costi di IT probabilmente a fronte di un approccio più leggero ai temi del controllo e della sicurezza nel primo caso ed una maggiore comprensione delle modalità più semplici di deployment rispetto al software tradizionale nel secondo.

Infine, ciò che veramente stupisce è la propensione dei baby boomers nel recitare un ruolo centrale nel cammino di avvicinamento, nel cambiamento culturale, nel coinvolgimento delle persone che da sempre ci diciamo fare la vera differenza sui progetti Enterprise 2.0:

Mentre i millenials sono instintivamente portati ad immaginare un futuro lavorativo che coincide con le modalità tipiche dell’Enterprise 2.0, il loro approccio è più emotivo e meno strutturato, meno consapevole delle barriere, dei rischi, delle resistenze e del profondo cambiamento che queste modalità richiedono da parte dell’azienda. Pilotare e sostenere questo cambiamento richiede tutta l’esperienza, la conoscenza del business e l’autorevolezza che possono essere maturati solamente dopo aver spenso anni all’interno di un’organizzazione.

Questo diagramma lancia allora alcuni messaggi forti a clienti e consulenti:

  • Puoi lanciare dei pilot coinvolgendo solo i millenials, ma il vero banco di prova è l’adozione su tutta l’azienda e quindi su generazione X e baby boomers
  • Sarebbe più opportunto coinvolgere gli individui con più seniority fin dall’inizio, per la loro conoscenza del business e delle dinamiche politiche, ma anche per lo sguardo prudente e critico che non può far altro che migliorare la qualità del progetto
  • Queste persone hanno la statura per dare l’esempio, per mostrare che non si tratti di un gioco per bambini perchè non c’è nulla di più efficace che constatare la conversione di qualcuno che si rispetta e che finora si era disinteressato dei social media.

Per chiudere, il nostro compito è oggi reso onestamente più facile dall’inarrestabile penetrazione del web 2.0 anche tra gli utenti più avanti con gli anni, testimoniata con chiarezza dal recente studio How to Reach Baby Boomers with Social Media di Forrester:

Con una fortissima crescita rispetto al 2007, più del 60% dei baby boomers ormai consuma contenuti web 2.0 e sebbene in modo meno attivo dei millenials, molti di questi utenti prendono già parte anche ai social network, lasciano commenti e scrivono review.

Insomma, rimangono sempre meno scuse per non iniziare da subito a sperimentare con l’Enterprise 2.0 🙂

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